Sembra uguale... Ma non lo è
Lunedì mattina.
In laboratorio arriva una chiave di controllo. Non la nostra, ma “fatta uguale”.
Il dottore mi chiama e mi dice:
“Tranquillo Giulio, l’ha fatta il mio tecnico. Ha letto il tuo libro Protocollo Toronto Negri – Manuale Pratico, ha capito tutto e l’ha rifatta”.
Respiro.
E mi parte un déjà-vu misto orticaria. Perché sì, sulla carta sembra la nostra. È in alluminio, ha le torrette, ci sono anche i buchini.
Peccato che… non funziona. E soprattutto, non risolve.
Copiare un oggetto non significa capire un’idea.
Una cosa è replicare una barra o una chiave.
Un’altra è capire perché quella chiave è fatta in un certo modo, con certi spazi, certe resine, certe proporzioni.
La nostra chiave nasce da oltre vent’anni di errori, di pazienza e di madonne.
Non è un oggetto nato da una bella giornata in laboratorio, ma dal bisogno reale di risolvere un problema specifico che si ripeteva ogni settimana.
Ecco perché, oggi, non è solo una chiave: è una fase di lavorazione pensata per garantire affidabilità, controllo e passività reale.
Ogni buco, ogni calibrazione, ogni spazio intorno alle torrette ha una funzione precisa. E no, non è per bellezza.
Quando il particolare FA la differenza.
Guardo la chiave “fatta uguale” del collega.
E vedo subito:
- i buchi sono stretti → la resina non scorre, non ingloba, non lavora.
- Le connessioni toccano il metallo → tensioni interne garantite.
- La struttura è troppo alta → zero spazio di manovra.
- Resina fotopolimerizzabile → che in profondità non si polimerizza affatto.
Risultato? Una chiave che in prova si muove, spinge, tira, e dopo un mese sul banco finalmente si indurisce… da sola.
Peccato che in bocca ci fosse già andata, e la Toronto rischiava di non essere passiva.
Quando il 90% del tempo lo investi nel capire… il restante 10% funziona da solo.
Il nostro laboratorio ha fatto una scelta: specializzarsi nelle Toronto.
Non per moda. Ma perché solo dedicando il 90% del tempo ad analizzare ogni problema, ogni caso clinico, ogni dettaglio meccanico, siamo riusciti a creare un protocollo che funziona.
Quella chiave, oggi, è uno strumento affidabile perché nasce da un processo semplice quanto efficace. Non richiede magie, né tentativi: ti dice subito se la passività c’è o no. E ti permette di intervenire con precisione, prima ancora di fresare.
Non è un oggetto da copiare.
È una sintesi di tutto quello che ci ha fatto impazzire negli anni, messo in forma semplice per farti lavorare bene, subito, e dormire tranquillo dopo.
E se anche tu vuoi dormire tranquillo…
Scrivimi, chiamami, mandami un vocale mentre stai tornando in studio o sei in macchina col caffè in mano.
Tanto lo so: se ti occupi di Toronto, prima o poi quella chiave ti serve davvero.
Meglio che arrivi fatta come si deve — e che funzioni al primo colpo.
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- Non dovrai più tagliarle, perdendo tempo e soldi con sedute inaspettate e aggiuntive;
- Non effettuerai più fastidiosi ritocchi di masticazione alla consegna del lavoro finito;
- Riceverai i complimenti che meriti dal paziente e far in modo che diffonda il passaparola positivo e ti consigli ad altri pazienti;
